Commento della Dottoressa Emanuela Rindi

Commento  Dottoressa Emanuela Rindi

Mosso dal desiderio di rendere omaggio alla sua terra natale, inizialmente Francesco Attardo si avvicina alla pittura per fermare sulla tela le immagini più care della sua Noto: scorci cittadini assolati e semideserti, descritti con sapienti visioni prospettiche e con un gusto coloristico attento a cogliere gli effetti luminosi delle diverse ore del giorno. L’artista interpreta questi luoghi calandoli in una dimensione metafisica, quasi astratta, calma e silenziosa, che certo riflette in una certa misura la nostalgia del migrante ma, allo stesso tempo, valorizza la rara bellezza dei panorami siciliani. L’armonia con cui costruisce piani, volumi e linee di forza all’interno dei paesaggi già rivela l’attenzione per la geometria che lo porta, negli anni seguenti, ad approfondire la conoscenza dell’Astrattismo Geometrico ispirandosi, in particolare, a Mondrian e Vasarely. E’ questa una fase di grande sperimentalismo formale, che consente all’autore di dare liberamente voce alla propria espressività e di elaborare quello stile unico e personale che oggi contraddistingue la sua produzione.
I lavori più recenti sono certamente ascrivibili all’astrazione ma è evidente come si tratti di una forma di astrattismo che, memore delle esperienze iniziali, prende spunto dall’elemento naturale; lo stesso artista ama sottolineare come nelle sue tele animate da colori accesi e sgargianti si colgano ancora i riflessi della terra natìa: i blu dei cieli limpidi, le tonalità dorate delle costruzioni in tufo, i colori rosati dei tramonti mediterranei. L’applicazione sulla tela di materiali estranei alla pittura come, ad esempio, trame tessili dalle spiccate qualità tattili, legni, polveri e spesse mani di candido gesso che vengono poi movimentate a spatola, incise e graffiate, consentono di ampliare il discorso e di declinarlo in infinite modulazioni, evocando riflessioni, ricordi e stati d’animo.
Per mano dell’artista, la tela diventa uno spazio narrativo che consente ad Attardo di raccontarsi e, quindi, di raccontare le mille sfaccettature di una passione mai sopita: la passione per la propria Terra, la passione per l’Arte o, forse, piuttosto, la passione per la Vita stessa

Dottoressa Emanuela Rindi

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